Il quadro della Madonna del Carmine esistente nella chiesa di San Lorenzo dalla fine del XVII secolo è stato dipinto  da Baldassarre Franceschini detto il Volterrano (Volterra 1611-Firenze 1690 ). Pittore apprezzatissimo per la sua vasta produzione di dipinti a soggetto sacro e profano, fu allievo di Matteo Rosselli, lavorò a Firenze, Roma, Volterra e in molti altri luoghi, dipingendo soprattutto cicli di affreschi disseminati principalmente nelle chiese e nei palazzi fiorentini. Subì l'influenza prima di Giovanni da San Giovanni, poi di Pietro da Cortona, Paolo Veronesi e sopratutto del Correggio, per cui si guadagnò  l'appellativo di “ Correggio Toscano ”.

Fra le molte sue opere, sono da ricordare: l'affresco “ La Vigilanza e  il Sonno ” nella villa della Pietraia a Firenze, “ San Michele Arcangelo che scaccia Lucifero e altri Diavoli  “ nella chiesa di Castello sempre a Firenze. Molte sue opere si trovano nella chiesa della SS. Annunziata: gli importanti cicli di affreschi nelle cappelle  Grazzi e Colloredo, il complesso  nella cupola absidale “ Madonna in gloria tra Patriarchi, Profeti e Santi del Vecchio e Nuovo Testamento ” e   lo stupendo  soffitto barocco dorato a cassettoni  con  al centro il dipinto della “ Madonna Assunta “.

E' con un po' di timidezza, essendo privo delle dovute conoscenze per un'analisi tecnica-estetica di un'opera pittorica, che mi avvalgo del pensiero dello storico dell'arte  e pittore Filippo Baldinucci  suo principale biografo ( 1974 vol V, p.196 ) .  “ Ciò che in lui eccedè ogni merito di lode, fu la pudicizia dei suoi pennelli, non trovandosi di sua mano cosa lasciva e quanto egli fu riguardato  e modesto nel dipingere le nudità, fu egli altrettanto pio nell'esprimere affetti devoti di sacre immagini, come ben mostrano molti quadri di sua mano di simile fatta.” 

Il quadro della Madonna del Carmine risponde  perfettamente ai requisiti propri delle immagini sacre del Volterrano esaltate dal Baldinucci,  che si concretizzano aiutandoci nella lettura del dipinto.  “ La stesura pittorica, specie nella resa di alcuni particolari, risulta particolarmente fresca e immediata: è il caso del panno bianco su cui è adagiato Gesù, che viene costruito attraverso fluide pennellate, dando vita ad un panneggio che sembra disfarsi in una morbida materia pittorica intrisa di tenue ombre azzurrine e di colpi di luce. La stessa  libertà di stesura si riscontra nel velo della Madonna, nei capelli del Bambino e nei nastri dello scapolare, infine, è eseguita a macchia, così come le mani del bambino, che acquistano consistenza grazie a sapienti pennellate luminose. Queste caratteristiche, unite a un notevole gusto coloristico, specie nei delicati  rosa  degli incarnati  che si accendono sulle guance, ci indicano che siamo di fronte a un conoscitore della pittura dell' Italia settentrionale, e in particolar modo veneta, che però non rinuncia, specialmente nel volto,  della Madonna, al gusto disegnativo tipico dei toscani.

 

Da  “ Memoria storica di un'antica devozione alla Vergine del Carmine venerata nel popolo di San Lorenzo a Campi. “ Franco Masi.